(…) adoravo le vie secondarie semibuie,
i pomeriggi, le fredde notti d’inverno,
i suoi personaggi
che quasi come ombre si intravedevano
vagamente sotto la pallida luce dei lampioni
e i panorami con le strade lastricate
pressochè dimenticate da tutti
e ormai
desolate. (…)
Istanbul, Orhan Pamuk
Qualche giorno fa attimi di panico perchè sembrava che Mini volesse
nascere. Con 20 giorni di anticipo. Ha capito che forse non era il caso, ha
riflettuto e ora si è ritirata per deliberare.
Attendiamo.
Ovviamente in casa abbiamo dovuto dare un’accelerata a tutto.
Anche ai pensieri
Ed ero li a pensare, infatti, a quello che sarebbe stato con Mini in casa.
Nella Vita.
Io e Lei stiamo bene insieme, nel senso che amiamo passare il tempo insieme
e da qualche mese ne stiamo passando molto. Io e Lei. Quasi in modo
esclusivo, desiderosi di dividere e condividere il nostro tempo e il nostro
spazio misurando le nostre esigenze e i nostri bisogni, e poi viverlo.
Mini cambierà tutto. Aggiungerà. Nuovi tempi, nuovi spazi, nuove esigenze e
nuovi bisogni.
Una nuova Vita
Pensavo ai viaggi che faremo tutti e tre insieme, ai luoghi che visiteremo,
alle persone che incontreremo e ai ricordi che raccoglieremo.
E pensavo all’ultimo viaggio fatto da solo.
Si da solo.
Istanbul
Un biglietto di andata e ritorno, una prenotazione per un letto matrimoniale
uso singolo.
Pochi anni fa
Lo raccontavo a Lei, che ho ancora negli occhi i colori, i volti, i rumori di una
città che ti tiene sveglio 24h su 24h per le sue contraddizioni, per il suo
narcisismo e la sua passione per l’assurdo.
Così colorata e piena di ferite
Cosi impalpabile nel suo pesante sguardo di bambino.
Che ti osserva, ti chiede, ti aspetta
A Istanbul pretendono attenzione anche i vicoli illuminati a stento da nude lampadine
Lavoratori della notte
Cani
Pescatori
Russi e cianfrusaglie
Donne raccolte in preghiera attraverso le trame fitte di una Moschea
Bambini armati di infanzia e mistero
Colori
Luci
Vecchio e nuovo che si incrocia nel sapore ma è diviso da un ponte
Salite
Mattoni
Scatole della posta cariche di promesse
Pescatori
Fabbriche e fabbricanti
Venditori di carbone e di sogni
Io ho camminato e fotografato senza meta e senza orari.
Ho atteso la luce giusta e il volto giusto da imprimere nella memoria, ho
mangiato e bevuto alla salute di chi, come me, ama perdersi in piazze
animate, locali fumosi, cortili di case private, ombre e profili di vite che non
rivedrò mai.
Ogni spazio, ogni immagine era solo un frammento, nella mia testa, quasi
senza senso, sicuramente senza titolo.
Solo tornato a casa ho capito che ero stato a Istanbul.
L’abbecedario turco
Io consiglio la lettura di Appartamento a Istanbul di Esmahan Aykol
Lei vi consiglia Istanbul di Orhan Pamuk
Dico sempre a bea che non si inizia un discorso con ” …E niente” ma qui ci starebbe bene perché ‘ non c’ho parole da aggiungere ‘ … E niente questo post mi garba parecchio