Ok che diventerò padre ma che sia chiaro che deve essere maschio. Leonardo sarà il suo nome.
Così ho chiuso la discussione sulla gravidanza. Lei e i suoi occhi in attesa del verdetto, Lei che chissenefregadelsesso, Lei che bastachenonsianodue, Lei mi guardava e insieme aspettavamo il verdetto della dottoressa.
Femmina, siete felici?
Lei che mi stringe la mano, forte. Dai girati, cercava di dirmi, sorridi, dì qualcosa.
Niente, non ne volevo parlare.
Femmina.
Il verdetto. Avrei avuto una femmina.
Ciao Leonardo, Benvenuta senzanome.
E tutto comincia sotto una luce diversa, una luce fatta di paure e dubbi.
Cosa dovrebbe saperne uno come me di come si cresce una figlia femmina? Perchè dovrei essere felice di questo? Di sapere che un giorno arriverà quello lì che la terrà per mano e io dovrò fingere felicità. Che piangerà per le delusioni e io potrò solo dirle che se sta sempre con me non le succederà nulla. E farei solo il suo male. Ma è quello che vorrei.
Insomma, un disastro su tutta la linea.
Poi mi rimetto a lavorare, così riposo la testa.
Spose. Sistemo le loro foto, e rifletto.
Il mio lavoro, fatto di donne. Quante ne vedo, ne fotografo, quante condividono con me i momenti più importanti della loro vita. Quanti veli ho sistemato perchè fosse perfetto per la foto, quante neo mamme ho incontrato. Quante lacrime di nonne ho immortalato, ansie, risate, sorelle, cugine, amiche, damigelle, zie.
Donne
Ne ho incontrate tantissime. E oggi ne ho messa al mondo una.
Stupenda
E tutto appare diverso, appare come un destino.
Perchè il mio lavoro mi porta da loro. La mia vita è circondata da donne. Sono cresciuto con due donne, che nelle loro infinite imperfezioni mi hanno dato il meglio, ho amato e sono stato amato da donne, delle quali tengo i pezzi di cui sono fatto. Ho hard disk pieni di occhi, sorrisi e incantesimi di luci e veli, di fiori che volano, di torte tagliate, di lacrime prima ancora che cominci tutto. Di sì detti con voce decisa e di quelle che non ci riescono, ma lo fanno capire con le loro mani.
Sono stato nutrito da mani esperte che mi hanno insegnato che la sequenza esatta di una ricetta dipende da te. Da quanti abbracci vuoi dare in mezzo, da quante chiacchere vuoi fare nel mentre. Ho dormito in case che profumano di rose, di bianco e pulito. Perchè le donne mettono i fiori a tavola, ti sistemano i cuscini prima che ti siedi sui divani, cucinano con i bimbi in braccio, ti chiamano per sapere se mangi tutto, ti chiedono se sono belle. Sì lo siete, tutte.
Lo sono loro due, con le quali dormo ogni notte e mi sveglio ogni giorno.
Lei che, lo sapete, è Lei.
E poi Mini, che si chiama Arianna, che è la parte più grande di me.
E come sempre ti leggo con i brividi ! Grazie lenny per raccontare le donne e per averne messa una al mondo . È un onore vedere la mia immagine in questo post
Irene
Ogni volta che guardo un tuo scatto e leggo uno dei tuoi post mi emozioni,un abbraccio a te, lei e Mini.