Da qualche notte dorme nel suo letto e dorme tutta la notte.
E comincio da questa conquista per raccontare in breve questi ultimi mesi.
Lei è tornata a lavorare e ci siamo dovuti adattare al fatto di non poter più stare tutti insieme h24. Era così, era stato così per mesi, e mi piaceva tanto.
Ma bisogna pur vivere la realtà e la realtà vuole che Lei passi delle ore fuori e noi ci arrangiamo.
Essere un libero professionista come me è un grosso vantaggio, sto io con mia figlia, la vedo crescere, mangiarsi il suo primo biscotto, fare ciao con la manina, cadere e rialzarsi perchè di gattonare non ne vuole sapere, ma preferisce strisciare come un soldato in trincea pronta a distruggere tutto quello che trova sul suo cammino. Si sporca con me, mangiando. Lei si ostina a prepararci il bavaglinomangiatoia (avete presente?) e noi continuiamo a ignorarlo. Ci piace mangiare con le mani, con il naso, con i capelli. Mini si addormenta con la mia musica, si incanta con gli assoli di batteria e balla, balla, balla costantemente.
In fondo è mezza etiope. Avete presente? Quella storia della musica nel sangue.
Ma non divaghiamo…
Lavorare in casa è la mia realtà, non ne conosco altre e mi ritrovo a pensare a tutti i papà che la mattina salutano la loro famiglia e tornano la sera e magari i figli sono già a letto e poi ricominciano. E ci sono il fine settimana, e hanno solo quel tempo per capire, ascoltare, annusare i loro figli. Che poi è un attimo e non sai chi sono. Mini era la sdentata fino a qualche settimana fa e ora ne ha già due e non sarà più come prima. Mi ritrovo a pensare a come sarebbe per me se improvvisamente non avessi tutto questo tempo da dedicarle. Se il mio tempo con lei fosse scandito da riunioni, impegni e tuttodicorsachepapàdeveandare. Se non potessi vederla svegliare, se non le potessi preparare la pappa, vederla mentre si organizza per combinarne una delle sue.
Bisogna pur viverli i propri figli.
Avere il tempo di poltrire a letto insieme, di andare al parco. Comprare il pesce nel nostro posto preferito, farci coccolare da tutte le signore del quartiere che non perdono mai un occasione per complimentarsi e noi siamo vanitosi. Le nostre commesse preferite della Pam. I nostri video su yotube e i nostri tutorial.
Non lavarci e metterci i calzini spaiati. Tanto mamma non vede e a noi piace cosi.
Portare le camicie a fare l’orlo da Maria, la sarta sotto casa, che ha le foto del figlio su tutta la parete del negozio e chissà se vive con lei o è ancora in Cina.
Sono un privilegiato perchè posso lavorare tenendo mia figlia in braccio.
Sono un privilegiato perchè posso fare il padre come lo desidero.
Perchè bisogna pur viverli i figli.
Perchè ho avuto bisogno di vivermela in questi mesi per poterla raccontare oggi.
Che lusso Lenny. ma non solo un lusso pratico, ma anche Mentale! lo sai, qua al nord e’ piu’ comune sentire Papas/Papa’/Babbi, insomma figure maschili, che prendono la paternita’ in maniera cosi’ naturale.. ma piu’ ascolto (generici) commenti dei connazionali e vedo (la media) della realta’ italiana, mi rendo conto che i ruoli familiari sono ancora divisi per cliche’ piu’ che per organizzazione e scelta. E Beppe ci rimane male perche’ e’ raro vedere foto di babboni che prendono cura dei piccoli, e’ raro leggere commenti di padri nei forum di organizzazione familiare e gestione dei minis. Anyway, si sta cambiando e piano piano in Meglio 🙂
Grazie del post! e ancora complimenti a voi per aver creato la piccolina 🙂