Paternity, questo sconosciuto

Che se ci pensi hai appena compiuto 28 anni e hai incontrato Lei, che ti piace, hai capito che il lavoro che fai ti da molte soddisfazioni, sopratutto perchè ti piace.

Ti piace restare sveglio mentre tutti dormono e immergerti nelle storie d’amore di altri, aspettando che sorga il giorno.

Nonna pensa sempre che dovrei avere un “lavoro fisso” che per lei significa un “lavoro vero” ma il mio lavoro mi permette di essere padrone del mio tempo, di sentirti in perenne vacanza e sentire che sono io quello “fisso”.

Dicevo questo a Lei una sera, mentre preparava i rigatoni con il sugo come piace a me. Con le spezie etiopi che invadono casa e mi fanno tornare ragazzino quando mio padre mi portava al ristorante etiope Adal in Bolognina.

Che poi adesso è il mio vicino di casa, perchè quando il karma ti premia lo fa nel modo giusto.

Ma dicevo, ero lì che le raccontavo i miei pensieri e lei cucinava e mi guardava e io parlavo e lei mi guardava mentre cucinava.

Poi lo disse.

E quindi ci pensi un’ultima volta e la verità è che era il 30 ottobre del 2014 quando Lei ti disse che a giugno saresti diventato padre.

Che se ci pensi, hai appena compiuto 28 anni e hai scelto Lei perchè ti piace e ti prepari ad accogliere Mini (si femmina, ma questo è già un altro capitolo)

Questa la mia storia, la storia di un fotografo laureato in riabilitazione psichiatrica che a giugno diventerà padre e che dal mettere a fuoco la vita degli altri, adesso sta imparando a mettere a fuoco il suo futuro.

Non leggeteci poesia in questo, però.

Sto parlando di nauesee, sto parlando di sbalzi di umore, di pancere, di pagliaccetti e bavaglini, di passeggini e culle, di pannolini e creme culetto, di porta ciucci, olio per il corpo, colichette, piedi gonfi, ninna nanne.

Insomma.

L’assoluto sconosciuto

(…) che nella mia mente ha questo ritmo (vedi video)

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